La mia vita è cambiata da quando sono diventata mamma... Allora mi sono detta: "deve cambiare anche il mio blog!". E questo è quello che ne è saltato fuori!

venerdì 30 novembre 2007

BLOG ATTACK!

AVVISO AI LETTORI DI QUESTO BLOG

Questo week-end sarò a Rovereto, pertanto ne approfitterò per tentare una disintossicazione temporanea dal piccì e dal blog.

Però... C'è un però: avevo temporaneamente rinunciato, per mancanza di tempo e perché i miei monologhi davanti al computer ormai erano giunti a dei livelli preoccupanti, a cambiare l'header. Anche la gatta ormai muoveva la coda nervosamente mentre mi osservava digitare come una forsennata. Per due sere mi son quasi dimenticata di preparare la cena e avevo ormai esaurito tutto il colorito dialetto veneziano di imprecazioni, degne di uno scaricatore di porto (che poi in bocca alla Barbie non stanno tanto bene!).
Il problema è che ste benedette foto non le so elaborare con Photoshop. Quindi ho lasciato le mie password allo Zione con la licenza di proporre nuove sperimentazioni per l'header. Anzi la licenza se l'è presa di sua iniziativa, leggete il post precedente!
Ebbene, lo zio è mago, ma quando è davanti ad un computer si trasforma in un apprendista stregone, pertanto io mi dissocio (in parte, che le immagini le ho scelte io!) da quanto apparirà sul vostro schermo nei prossimi giorni.
Per lunedì spero che l'incompiuta opera di "decorazione blog" sia finalmente giunta ad una svolta decisiva!
Buon week-end a tutti!
Nuova intrusione dell' Hackerone con le altre alternative e una piccola modifica (occhio alla differenze)!!! Cliccando sull'immagine dovreste vederla ingrandita !!

HACKER

Questo post è l'intrusione di un Hacker !!!

Tranquilli, l'intruso si è presto svelato... è lo Zione che sta smanettando sulla mia intestazione! Se fa qualche ca**ata siete autorizzati a spammargli il suo blog!

martedì 27 novembre 2007

QUALCHE IMMAGINE DI ME...ME!

Per risollevarmi delle fatiche dovute all'aggiornamento del template, mi è piombata addosso la prima nomination per un MeMe... sono commossa ed onorata, grazie Andrea! :)
Il gioco è semplice: bisogna postare 5 foto o anche immagini e poi commentarle. Allora comincio...

1. La Barbie qual'è? Le mie amiche mi prendono in giro da sempre per la mia smodata passione per il colore rosa, in tutte le sue gradazioni, per il mio sguardo un po' svampito e per i miei gusti in fatto d'abbigliamento, che a volte cadono un po' nel lezioso. Quando sono andata a Londra, da Hamleys, Maria non ha potuto fare a meno di immortalarmi vicino al mio alter ego di plastica! (I'm a Barbie girl, in a Barbie world...life in plastic is fantastic!)

2. La Barbie aveva mille versioni, ricordate? Ecco, questa sono io in versione bad-girl, in occasione del Superbike a Imola. In realtà, sono da sempre affascinata dalle moto, ma siccome già con la macchina ho qualche problemino (un solo incidente, però da sola, contro il muretto del garage di casa!) e in più non ho il senso del pericolo, mi accontento di ammirarle, nella speranza che prima o poi Giorgio acquisti un bel bolide a due ruote...

3. A proposito di senso del pericolo... Se sulle piste da sci vedete un cater-pillar vestito di nero-argento, con dei Fischer RC4 lanciatissimo in discesa, scansatevi, che quella pazza sono io... e non sempre me la cavo con una magistrale frenata! E intanto questa foto è un omaggio alle montagne più belle del mondo e alle sue leggende sull'Enrosadira.

4. Volevo mettere una foto di Torino, una con mio marito, una della laurea... Alla fine ho scelto questa, perché è stato un giorno importantissimo, che ha segnato la fine di mille peripezie per portare a termine quell'impresa che fu la mia tesi. Io e Giorgio sotto la Mole Antonelliana, in quella stradina dove c'era il bar Pekoe, meta alternativa al seminario di Letteratura Artistica il sabato mattina.

5. Osservare i gabbiani mi incanta fin da bambina. Sarà perché lessi Il gabbiano Jonathan Livingston e fu come un'illuminazione. Sarà perché mi ricordano il mio esodo per le vacanze, meta l'Isola d'Elba e il divertimento di prendere il traghetto. Sarà perché quando giro per Venezia, mi son tanto simpatici con quel loro richiamo allegro che sembra una risata, a differenza dei piccioni che detesto cordialmente. Sarà perché per me sono l'immagine del pensiero che non conosce limiti e si libra superbo sopra le piccolezze del quotidiano...

Adesso toccherebbero le nomination: sarei curiosa di vedere come se la cavano Mat, Il Mari, che è abituato a postare foto e Greg... sono sicura che si vedranno post spettacolari!

LAVORI IN CORSO...

Eccomi alle prese con un problema più grande di me: rimaneggiare un po' 'sto template rosa confetto.
Non che voglia stravolgerlo, per carità, che non ne sarei nemmeno capace, ma dare un piccolo contributo personale alla grafica e magari cominciare a capire qualcosa di codesto linguaggio peggio dell'aramaico antico che è l'HTML.
Idea folle e sconsiderata, dal momento che son qua a parlare (a sproloquiare!) con il pc da quasi mezza giornata... Ah, ma io son testa dura, sapete? O io o lui; non mollo certo adesso che il gioco si sta facendo duro.
Dunque, finora, sono riuscita solo ad allargare il template a tutta pagina. Volevo anche aggiungere una terza colonna, ma ci ho rinunciato e, tutto sommato, va bene così. Ora vorrei aggiungere una foto dietro al titolo e all'intestazione: pare sia un' impresa impossibile, ma domani, dopo aver meditato sulla strategia da adottare, tornerò all'attacco del caro layout. Ora fumo l'ultima sigaretta, mi bevo una camomilla e magari faccio anche un po' di meditazione e qualche esercizio di yoga, così domani mattina sarò a mente serena e seduta a fior di loto davanti a questo monitor, combatterò la mia battaglia.
Nel frattempo, non rassicuro nessuno sulle mie condizioni mentali, che quanto ho scritto si commenta da solo, ma resto in attesa di graditissimi suggerimenti e/o consigli... son qui che sembro un uccellino affamato: imbeccatemi di nozioni informatiche!

martedì 20 novembre 2007

LUCI D'ARTISTA A TORINO



Di ritorno da un week end torinese, dove sono stata messa all'ingrasso dalla nonna e dalla mamma (ho il dubbio che mi vogliano cucinare a Natale!), volevo rendervi partecipi delle emozioni che si possono respirare passeggiano per le vie del centro di questa bellissima città, che è un vero salotto ai piedi delle Alpi.
Anche quest'anno, nel periodo compreso tra il 5 novembre ed il 15 gennaio, le vie di Torino e, soprattutto quelle del centro, sono illuminate dalle ormai famose "Luci d'Artista".
Osservando le vie e le piazze illuminate da queste opere di luce, si può vivere un'esperienza magica, che ha del surreale e ci avvicina ai contenuti dell'arte contemporanea.
Luci d’Artista illumina la città con un ventaglio di fantasie e colori che per il decimo anno consecutivo mettono Torino al centro dell'attenzione internazionale. Questa mostra d'arte contemporanea open space che dà luce alle vie e alle piazze con suggestive installazioni di forte impatto visivo, contribuisce a diffondere nel mondo un'immagine inedita e innovativa della città sabauda.

La Mole Antonelliana illuminata con l'opra di Merz

Capace di rinnovarsi attraverso la ricollocazione di installazioni già conosciute in luoghi nuovi, la manifestazione si arricchisce inoltre, di anno in anno, di opere inedite.
Lascio questa breve mappa delle opere per chi volesse circumnavigare il centro cittadino, sfidando il gelo (tanto ci si può sempre riscaldare con un bicerin!), vivendo così un'esperienza museale fuori dai soliti schemi.
Protagoniste della X edizione sono le opere di Mario Airò con Cosmometrie in piazza Castello; Enrica Borghi con Palle di Neve in via Roma; Daniel Buren con Tappeto Volante in piazza Palazzo di Città; Francesco Casorati con Volo su... in via Garibaldi; Nicola De Maria con Regno dei Fiori... in piazza Vittorio; Richi Ferrer con Lucedotto in corso Lecce angolo corso Regina Margherita; Carmelo Giammello con Planetario in via Cernaia e via Pietro Micca; Jeppe Hein con Illuminate Benches in piazza Carignano; Rebecca Horn con Piccoli Spiriti Blu al Monte dei Cappuccini; Joseph Kosuth con Doppio Passaggio ai Murazzi; Luigi Mainolfi con Luì in via Lagrange; Mario Merz con Il volo dei numeri alla Mole Antonelliana; Mario Molinari con Concerto di parole ai Giardini Reali; Mimmo Paladino con Schegge di luce alla Palazzina Fiat di corso Agnelli; Domenico Luca Pannoli con L'amore non fa rumore in via Verdi; Michelangelo Pistoletto con Amare le differenze a Porta Palazzo; Jan Vercruysse con Fontane Luminose in piazzetta Reale e Gilberto Zorio con Luce, fontana, ruota ad Italia '61.

Il Monte dei Cappuccini illuminato da tanti spiritelli blu: un'immagine perfetta per chi crede nella Torino magica...

martedì 13 novembre 2007

COSA RESTERA' DI QUEGLI ANNI '80...

Ho notato che molti blogger sono dei veri fanatici degli anni '80. A voi tutti, e soprattutto a me stessa, che quando stiro canto a squarciagola: "Alla Bastiglia la gran folla si scaglia/è la vigilia di una nuova battaglia...", col rischio che qualche vicino prima o poi chiami un neuro psichiatra, dedico questo nostalgico revival!

La colonna sonora era d'obbligo... Ma soprattutto speriamo che funzioni!!!






SEI FIGLIO DEGLI ANNI '80 SE...
  1. Almeno una volta nella vita ti sei chiesto cosa fosse di preciso un "razzomissile" e come funzionassero i "circuiti di mille valvole". (Io preferivo Capitan Harloock, era più affascinante!).
  2. Almeno per una volta ti sei chiesto per quale misteriosa legge fisica, Mimì riuscisse a far scomparire il pallone e a farlo riapparire a cazzo sul campo di pallavolo...e sempre rigorosamente dentro la linea. (Per imitare Mimì, quanti lampadari sono andati in frantumi?).
  3. Ti sei chiesto almeno una volta quanto fosse alta la rete del suddetto campo.
  4. Ti sei chiesto quanto fosse lungo il campo di Holly & Benji dal momento che si vedeva la linea dell'orizzonte. (E soprattutto, perché non gli veniva mai un enfisema con tutto quel che correvano?).
  5. Ti ricordi di Licia Colò che, al posto di parlar con gli orsi bianchi, parlava coi cani rosa.
  6. Ti ricordi di quando Gerry Scotti era ancora un dj. (Su radio DJ con Jovanotti che faceva il Mario...).
  7. Hai ballato almeno una volta Reality (del tempo delle mele) a distanza di sicurezza e sotto la sorveglianza di insegnante o genitore che sia. Magari con una scopa in mano. (Qui ero ancora troppo piccola; piuttosto mi vien da citare: "Tapparella giù e bottiglia/ti ricordi che meraviglia/la festa delle medie..."!).
  8. Ti sei incazzato almeno una volta perché tua madre non ti ha comprato l'Allegro Chirurgo. (Io obbligavo mia sorella a fare da paziente, ricordo quando volevo operarla di tonsille con un cucchiaio!).
  9. Ricordi quando le Barbie non subivano ancora mutazioni genetiche bagnandole con l'acqua calda o fredda. (La mia prima bambola geneticamente modificata fu Miss Make Up: una specie di zoccolona bionda che una volta truccata, non le ripulivi più la faccia nemmeno con la trielina!).
  10. Ti ricordi di giocattoli geniali come il Forno Harbert, la Macchina per lo zucchero filato Harbert, la Gelatiera Harbert, la Macchina dei popcorn Harbert... (Queste meraviglie non me le hanno mai comprate, per quello ora mi è presa la mania della cucina e il mio nuovo oggetto del desiderio, si chiama Bimby!).
  11. Il tuo idolo a colazione era un malato di mente romanista con il fantasioso nome di Mago Galbusera. (Preferivo i Gran turchese).
  12. A furia di biscottini del Malato di Mente Galbusera anche casa tua sembrava un covo romanista: a colazione indossavi una tuta rossa e gialla, prendevi i biscotti da una biscottiera rossa e gialla, li inzuppavi nel latte in una tazzona da 3 litri rossa e gialla. (Io avevo una di quelle orribii tazze con le faccine e le manine: sembravano bambole dei film dell'orrore... Ecco, ricordo che si chiamavano Ruotazze!).
  13. Non sei mai riuscito a completare il Cubo di Rubik. (Mio papà si però... Ma lui è mago!).
  14. Baravi staccando le etichette colorate del Cubo di Rubik.
  15. Baravi staccando i cubetti del Cubo di Rubik perché le etichette non si incollavano più.
  16. Ti ricordi quando le sorpresine non erano dentro gli ovetti, ma nelle merendine. E non si collezionavano. Si perdevano. (O si barattavano a caro prezzo con i compagni di scuola: io le scambiavo con Paciocchini o Exogini!).
  17. Ti ricordi quando al piccolo Mugnaio Bianco Clementina (comprensibilmente) dava il due di picche (Sarà per via delle dimensioni? Una generazione di uomini con l'incubo delle misure per colpa dei pubblicitari?).
  18. Ti ricordi quando a scuola si spacciavano le gomme profumate. (Io le grattugiavo, ma quella è un'altra storia!).
  19. Ogni volta che pigli un traghetto ti viene in mente Gopher e ti metti sul ponte a canticchiare: "Mare profumo di mareeee...con l'amore io voglio giocareeee...".
  20. Hai creduto almeno una volta in vita tua che i Righeira fossero davvero fratelli. (Perché, non lo sono??).
  21. Ti ricordi quando Paolo Rossi era ancora il nome di un calciatore.
  22. Ricordi quando il Milan era in serie B e l'Inter vinceva ancora gli scudetti. (Io da piccola juventina in erba tappezzavo la cameretta con i poster di Platini Le Roi!).
Adesso tocca voi: aggiungete tutti i vostri ricordi di quei meravigliosi anni '80 in cui si era teneri pargoletti e si passavano pomeriggi incantati davanti ai Puffi o a scambiare figurine con una crostatina in mano...

venerdì 9 novembre 2007

9 NOVEMBRE 1989: CADE IL MURO DI BERLINO

Il Parlamento italiano, nel 2005, ha dichiarato il 9 novembre "Giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.

Nei giorni della caduta, il grande violoncellista Rostropovic (privato, anni prima, della cittadinanza sovietica) improvvisò un concerto davanti al muro; l'evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, è considerato il requiem per il muro e la Guerra Fredda.


Oggi è il giorno della memoria, ma c'è un altro aspetto del Muro di Berlino di cui mi preme parlare: l'aspetto artistico.

A partire dagli anni '80, alcuni artisti famosi, come Keith Haring e Thierry Noir, iniziarono a dipingere il lato del muro che dava su Berlino Ovest, in seguito migliaia di artisti, conosciuti e sconosciuti, utilizzarono il muro per i loro progetti artistici. Il muro si coprì quasi interamente di murales, dalle semplici scritte a disegni molto elaborati e ben eseguiti, alcuni dei quali si guadagnarono una certa notorietà, come quello che raffigurava una Trabant gialla che sfonda il muro. La East Side Gallery lunga più di 1 Km che fu pitturata subito dopo il crollo del muro, è stata definita la più grande galleria di pittura all'aria aperta del mondo. Purtroppo pochi dei murales hanno resistito al tempo e ai turisti che continuano a scrivere i loro nomi sul muro. La città di Berlino, notoriamente a corto di fondi, ha investito pochissimo nel restauro del muro e nel 2000 solo alcuni dei dipinti furono restaurati e protetti dai vandali. Malgrado siano protette dalle leggi sulla tutela dei monumenti, non è chiaro quale sia il destino di queste parti del muro.

« L’obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunkers, torri di guardia, tetraedri anti carro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine.Ma più lavoro, ingenuità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con ostruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva. »

Viktor Suvorov, L’ombra della Vittoria

AUGURI MAMMA

Oggi è il compleanno della mia mamma... E io non sono con lei a festeggiarlo. Credo sia la prima volta che capiti e mi fa un po' effetto. Sicuramente mi mancherà anche il lato profano, ovvero i pasticcini, i marron glacés (che la mamma adora e visto il prezzo glieli compriamo solo al suo compleanno!) e il pranzo preparato dalla nonna, con il nonno che per l'occasione stappa una bottiglia speciale.
Ma soprattutto, e questo succede ogni giorno, mi mancherà la presenza della mamma. Si, lo so che sono grande, ma ci sono legami ancestrali che non conoscono l'usura del tempo, anzi, col passare delle stagioni si rafforzano.
La mia mamma è bellissima, profuma di "mamma", è una rompiballe, parla più di me che certe volte ti viene voglia di "spegnerla", è impicciona, sconclusionata, divertente, elegante, ma soprattutto, è stata una mamma a tempo pieno e ha dedicato ogni energia, ogni sua risorsa a me e a Eleonora.
Per me non è un'amica: le amiche servono per crescere insieme, confrontarsi, litigare, anche, ma ponendosi sullo stesso piano. La mamma deve essere un punto fermo. E la mia mamma lo è stato e continua ad esserlo anche ora che sono "grande" e sono lontana da lei!

BUON COMPLEANNO MAMMA!

domenica 4 novembre 2007

IN RICORDO DI FRANCO BONISOLLI

E io me ne ero dimenticata...
Il 29 ottobre è stato il quarto anniversario della morte di Franco Bonisolli, celebre tenore, mio cugino di terzo grado da parte del nonno paterno. Io non ho avuto la fortuna di ascoltare a sua voce dal vivo, ma visto che la mia nonna è una grande melomane, mi ha sempre raccontato di questo grande artista che faceva parte della nostra famiglia. Poi in me è nata la passione per l'opera lirica, e ho cominciato a cercare incisioni di Franco, ma anche immagini e recensioni, impresa non facile perché sebbene avesse avuto una folgorante carriera all'estero, in Italia poco è rimasto della sua arte.
Ricordo che a 18 anni spesi una cifra spropositata per una registrazione video abbastanza rara della Traviata interpretata da Bonisolli e dalla splendida Anna Moffo, che trovai fortuitamente in uno dei miei pellegrinaggi per i negozi di dischi del centro di Torino.
Quando nel 2003 Franco morì a Vienna, mi sentii profondamente commossa, anche se non l'avevo mai conosciuto personalmente.
Quando qualche mese dopo sono approdata a Rovereto per il mio stage, per me è stato come un ritorno alle origini. Ospite della zia, ho riallacciato i rapporti con il parentado da parte di papà, che bene avevano conosciuto il tenore all'inizio della sua carriera. Ho avuto modo di conoscere anche persone di Rovereto che avevano conosciuto Franco quando era ancora un giovane studente del Conservatorio, e li ha cominciato a frullarmi in testa un'idea.
Quest'estate il caso vuole che all'Arena di Verona, incontro una cugina mai vista prima, che fa la cantante lirica. Ornella è una sfegatata fan di Franco. Mi presenta qualcuno dei suoi amici cantanti e musicisti e l'idea, che era rimasta sepolta in un angolino della mia testolina incasinata, comincia a prendere forma: perché non scrivere una biografia critica su Franco Bonisolli?
Io non sono una storica della musica, però qualcosa ci capisco perché mi sono sempre documentata con passione. Conosco persone che potrebbero aiutarmi per quanto riguarda gli apparati critici e le dissertazioni di carattere più specificatamente tecnico. Ma soprattutto, non ho pretese di trasformarmi in una critica musicale: la mia intenzione è quella di scrivere una biografia, per rendere omaggio ad un grande cantante, ad una parte della mia famiglia di cui vado infinitamente orgogliosa, come del mio cognome. E poi l'idea di immergermi in una marea di carte da studiare su un argomento che mi affascina come l'opera e il teatro, esalta il topo di biblioteca che è in me.
Per ora il progetto è alle sue fasi iniziali. Come per la mia tesi di laurea, ho iniziato una ricerca bibliografica e appena sarà possibile, andrò a Verona a rintanarmi negli archivi della Fondazione Arena di Verona, dove potrò continuare le ricerche bibliografiche e le audizioni di registrazioni originali.

Intanto, lascio qua una breve traccia della carriera di questo grande cantante lirico, con una voce di una potenza esaltante e una presenza scenica degna di un attore del grande schermo, con un carattere istrionico e difficile, a volte addirittura impossibile, che sicuramente ha contrastato con i suoi molti trionfi nei più importanti teatri dl mondo, ma che sicuramente ne ha accresciuto il mito, almeno tra il popolo dei melomani.

Franco Bonisolli nacque il 25 maggio 1938 a Rovereto, in Trentino Alto Adige e dal 1972 faceva parte dell'Opera di Stato di Vienna, dove ha cantato l'ultima volta il 14 febbraio 2000, come Manrico nel Trovatore di Verdi. Bonisolli, che era da tempo malato, aveva esordito come Ruggero in La Rondine a Spoleto nel 1961, una scoperta di Gian Carlo Menotti. Nel novembre 1972 ha esordito all'Opera di Vienna con Rigoletto, ed alla fine ha totalizzato 19 parti in 187 serate di recita. Tra i suoi ruoli figurano Radames in Aida, Andrea Chenier, Gustaf in Un Ballo in maschera, Rodolfo in La Boheme, Turiddu in Cavalleria rusticana, Faust, Edgardo in Lucia di Lammermoor, Otello, Mario Cavaradossi in Tosca, Alfredo nella Traviata e Calaf in Turandot. Bonisolli aveva ricevuto anche l'onorificenza di Kammersaenger dell'Austria.

Ed ecco alcune "stranezze" del tenore (sulla gente di teatro circolano molti aneddoti, ma lui era veramente "particolare"!)... Ecco perché la mamma a volte mi dice: "Hai preso tutto dalla famiglia di tuo padre!". ;)

Bonisolli passeggiando per Verona, in bicicletta, fu riconosciuto dal grande Bergonzi che lo salutò: "Ehi! Ciao, grande maestro!". E Bonisolli: "Così speri che io ti risponda: il grande maestro sei tu? Col ca**o!". E tirò dritto per la sua via lasciando Bergonzi interdetto.

Cantando Il Trovatore a Barcellona, Bonisolli ebbe la sventura di rompere il Do finale in Di quella pira. Furioso gettò la spada sul palcoscenico e quando il sipario si riaprì a fine atto, si affacciò al proscenio e cantò il Do tutto solo ...a cappella!

Follie musicali a Vienna. Il celebre "Rigoletto parafilologico" di Muti si alternava al Trovatore, tradizionale, con la vecchia regia di Karajan. Bonisolli sostituva Luchetti (scappato da Vienna nottetempo, prima della generale!) nel Rigoletto e allo stesso tempo cantava nel ruolo di Manrico. La cosa comica è che il pubblico lo fischiava nel Rigoletto senza acuti e lo osannava nel Trovatore con i Do! Un giorno Bonisolli fermò Muti in camerino e gli disse: "Maestro? Ma vogliamo farne uno di Rigoletto con gli acuti? Poi vedi se fischiano!".

A Berlino, mentre provava La Fanciulla del West con Sinopoli, Bonisolli si accorse che in sala c'era Domingo e gli chiese: "Ah Placido, che ci fai qui?". E Domingo:"Sono qui per imparare Franco!". "Ma se sei più vecchio di me? Troppo tardi, vattene!" replicò secco Bonisolli.

Franco Bonisolli aveva l'abitudine di portare un anello dove diceva di conservare l'antidoto al veleno che gli volevano somministrare Domingo, Pavarotti e Carreras.

Ancora Bonisolli su Pavarotti nel Ballo in maschera: "Lo circondavano di ballerini nel finale per coprire l'osceno. Quando finiva l´aria se ne andava via dondolando, pareva l'elefante che aveva finito il suo numero al Circo!".

Per finire, consiglio a tutti di ascoltare qualche interpretazione di Franco Bonisolli; su internet si trovano gli mp3 delle arie più famose e anche qualche video è disponibile su Youtube. La potenza della sua voce vi lascerà davvero senza fiato.

giovedì 1 novembre 2007

ATTENZIONE AGLI ARCHITETTI!

Oltre che fare gli avvocati, molti miei amici carissimi hanno deciso di intraprendere la faticosa e, almeno all'inizio, poco remunerativa carriera di architetto, o peggio di designer.
Io ho fatto il liceo artistico e poi il DAMS, quindi dovrei essere abituata alla gente strana e ai cosiddetti alternativi, ma gli architetti riescono sempre a sorprendermi!
La cosa che accomuna questi personaggi strambi (ma loro si definiscono creativi), è l'assoluta mancanza di senso pratico; il non avere MAI in tasca il becco di un quattrino, salvo poi spendere cifre astronomiche per abiti e oggetti inutili, che però rientrano nella categoria del BELLO; il professarsi di sinistra anche se hanno diciotto case di villeggiatura, la barca e vestono secondo i dettami di Vogue; e per finire, la tendenza a fare discorsi astrusi e privi di un filo logico senza nemmeno il bisogno di bere prima un paio di Havana Cola.
Durante un'aperitivo con Max, il mio amico quasi architetto, abbiamo stabilito i punti fondamentali dell'Architetto - pensiero. Leggete e poi ditemi se non siamo i degni eredi di Shopenauer...
Ecco l'elenco:

SICCOME SONO UN ARCHITETTO...

  1. Siccome sono un architetto, le mie idee sono migliori delle tue.
  2. Siccome sono un architetto, ammesso che le tue idee siano buone, le mie sono sicuramente più creative. (Apprezzo il tuo sforzo di considerare altri punti di vista!).
  3. Siccome sono un architetto, tu non capisci un ca**o di pittura, scultura, cinema, teatro... (Parlare con un architetto riduce la mia autostima ai minimi termini!).
  4. Siccome sono un architetto ci ho messo dieci anni a laurearmi, poi due a fare pratica, poi, sai, non è facile aprirsi uno studio... (Insomma, a quarant'anni pensi di cominciare a lavorare?!).
  5. Siccome sono un architetto, se vuoi sapere se la tua casa crollerà devi rivolgerti a me.
  6. Siccome sono un architetto, lo so benissimo se la tua casa crollerà o no, ma mi rivolgo comunque ad un ingegnere. (Grazie, ora sono un po' più tranquilla!).
  7. Siccome sono un architetto, il Guggenheim di New York lo sapevo progettare anch'io, "Lui" è solo arrivato prima! E aggiungo che progettare il Guggenheim di Bilbao è un gioco da ragazzi, farlo è solo questione di culo! (Vero, i soliti raccomandati che fanno carriera...pessimismo e fastidio!).
  8. Siccome sono un architetto: "cosa studi?" - "Architettura a Firenze" - "Daaai, bellissimo!" ...ma poi non me la da'. (Non puoi portare fuori una ragazza e al momento di pagare il conto della pizzeria tirare fuori la solita storia della misera paga del tirocinante!).
  9. Siccome sono un architetto: "cosa studi?" - "Architettura" - "Ah, ma allora sei un creativo!" ... Dio, quanto li odio! (Qui ti do ragione, basta con i luoghi comuni! Io odio chi crede che il DAMS sia un'università per aspiranti veline e tronisti!).
  10. Siccome sono un architetto, all'università ne ho combinate di tutti i colori. (Nel caso specifico, anche al liceo e io sono pronta a testimoniare contro di te, ma non so se mi conviene, perché credo che in qualche occasione fossi coinvolta!).
  11. Siccome sono un architetto, la mia colf è un geometra. (Siccome sei un architetto, i geometri sono i migliori amici dell'uomo!).
  12. Siccome sono un architetto e tu ingegnere, sono più simpatico di te.
  13. Siccome sono un architetto, con gli ingegneri si parla solo a numeri e grafici... possibilmente in bianco e nero. (In effetti nessun ingegnere spenderebbe 5 euro per un pennarello, anche se è un Pantone!).
  14. Siccome sono un architetto, per gli ingegneri il cemento armato è pane quotidiano. (Si, ci manca solo la Nutella!).
  15. Siccome sono un architetto, non sono razzista. (Sono loro che sono ingegneri!).
  16. Siccome sono un architetto, il mio migliore amico è un interior design. (che ca** di lavoro sarebbe?).
  17. Siccome sono un architetto, conosco almeno due lingue e sono stato un anno in Erasmus. (Bravo, adesso comincia a studiare i dialetti degli operai che lavorano in cantiere!).
  18. Siccome sono un architetto, lavoro anche 10 giorni di fila 24 ore su 24, ma poi ho diritto a 37 ore di sonno continuato e un mese e mezzo di vacanza. (Una vita normale no, eh?).
  19. Siccome sono un architetto, quando ne incontro un altro parlo solo di architettura fino a quando fa buio, sono tutti andati via, ho una sete boia e il gestore del locale ci guarda con aria minacciosa.
  20. Siccome sono un architetto, parlo di architettura anche da solo, mi rispondo, mi polemizzo e mi do del postmoderno senza più rivolgermi la parola per una settimana. Ma poi mi rappacifico quando mi leggo un articolo di Bruno Zevi.
  21. Siccome sono un architetto, sono abbonato a Domus, l'Arca, Lotus e Casabella, mentre tu a Brava Casa: si vede che non sei un architetto! (Io leggo anche Donna Moderna, è per questo che ho lasciato Architettura al primo anno!).
  22. Siccome sono un architetto, sono di sinistra. Se poi ho la sfiga d'esser di destra, mi faccio chiamare in un altro modo.
  23. Siccome sono un architetto, spero che i miei figli saranno architetti così risparmio sui disegnatori in studio (Si, come se fossero pagati!).
  24. Siccome sono un architetto, godo a sfruttare gli studentelli con la scusa degli stages. (Tranquillo, purtroppo non è una peculiarità solo degli architetti!).
  25. Siccome sono un architetto, ogni cosa che non ho progettato io ha qualcosa che non va.
  26. Siccome sono un architetto, alla prossima mostra su Kandinsky DEVI venirci con me! (Guarda, tu avvisami per tempo che mi sparo prima una siringa di valium, così il mio sistema nervoso ne esce indenne!).
  27. Siccome sono un architetto, so usare divinamente Minicad, Autocad, Supercad... ma volendo so anche disegnare a mano!
  28. Siccome sono un architetto la mia casa e' più bella della tua. (La mia l'hai disegnata tu, pirla! Dedalo non avrebbe saputo fare di meglio: ogni volta che devo andare da una stanza all'altra mi tocca cimentarmi in un percorso che a "Giochi senza frontiere" gli fa una pippa!).
  29. Siccome sono un architetto quando sbaglio un muro ci pianto davanti dei rampicanti. (Il mio gelsomino ha le dimensioni di una sequoia, mi spieghi che ca**o hai tirato su? Il muro del pianto?).
  30. Siccome sono un architetto so fare le radici quadrate. (Bravo, però io ti suggerivo sempre le risposte di filosofia, storia, biologia...e ti correggevo pure la brutta del tema!).
  31. Siccome sono un architetto mi arredo anche la tenda in campeggio. (Si, ma per montarla hai bisogno di un ingegnere!).
  32. Siccome sono un architetto al posto del cavallo dei pantaloni ho una volta a botte. (E in testa cos'hai? La cupola del Brunelleschi?).
  33. Siccome sono un architetto mi vesto come un travestito anni '70. (A volte risulta imbarazzante andare in giro con uno che si veste come Renato Zero!).
  34. Siccome sono un architetto non disegno strade ma "curo l'arredo urbano". (Mi sa che te giri un po' troppo il mondo, a giudicare da quello che si vede in giro!).
  35. Siccome sono un architetto, le donne mi chiedono sempre consigli sul colore delle scarpe da mettere. Mai su quello della lingerie! (Sai com'è il viola con il giallo e qualche striatura fuxia è un'accostamento un tantino azzardato...).
  36. Siccome sono un architetto, le donne mi si squagliano ai piedi quando scarabocchio qualcosa su un kleenex.
  37. Siccome sono un architetto, passo tutto il giorno a scarabocchiare qualcosa sui kleenex.
  38. Siccome sono un architetto, anticipo sempre i tempi. (Questo riesce anche a me, ad esempio, so che fra un minuto chi è un architetto mi manderà aff***lo!).


Caricatura della professione architettonica dopo l’avvento del computer (in Aia Journal, riportato in B. Zevi, Il linguaggio moderno dell’architettura, Torino, 1973)