La mia vita è cambiata da quando sono diventata mamma... Allora mi sono detta: "deve cambiare anche il mio blog!". E questo è quello che ne è saltato fuori!

venerdì 29 febbraio 2008

LA BELLE EPOQUE

Sto per partire per un rilassante week-end a Vipiteno. Quest'anno gli sci rimarranno appesi al chiodo, ma l'Alto Adige offre altre delizie, oltre alle piste innevate, prima fra tutte la vasta scelta di dolci reperibile nelle konditoreien.
Detto questo nell' augurarvi un fine settimana rigenerante, vi lascio la recensione della mostra sulla Belle Epoque, allestita a Rovigo, nella bella sede di palazzo Roverella. Se qualcuno passasse dal Veneto nei prossimi giorni, potrebbe approfittare per visitare qualcosa di alternativo a Venezia e scoprire una raccolta di quadri dal sapore deliziosamente salottiero.

La Belle Epoque: poco meno di quarant’anni di storia europea connotati da un tumultuoso sviluppo, da una incrollabile fede nel progresso, dalla spensieratezza e dalle belle donne.
La luce elettrica annullava le differenze tra il giorno e la notte, facendo sfavillare vetrine accattivanti, teatri, cabaret e cinema gli incontri si susseguivano ad un ritmo vorticoso. Tutto sembrava permesso e possibile. Denaro e ottimismo parevano destinati a non finire mai, accendevano i sensi e garantivano l’appagamento di ogni voglia. Persino le malattie facevano meno paura. A tenerle a bada intervenivano le continue scoperte della scienza.
A Parigi si innalzava la Tour Eiffel e si vivevano i fasti dell’Esposizione Universale, si celebrava il ritorno delle Olimpiadi. Un milione di chilometri di binari attendeva merci e viaggiatori, nuovi e lussuosi modelli di automobili sfrecciavano lungo strade piene di vita, rese ancora più colorate dai grandi manifesti che affermavano il nuovo modo di vendere e di vivere.
Euforia e frivolezza dominavano, anche se sotto la superficie serpeggiava un malessere che sfociò nel dramma della Grande Guerra.
L’arte seppe farsi specchio di questi tempi. Registrando il trionfo del beau monde, un paradiso in terra, ma intimamente minato, o forse solo sottolineato, dai più diversi eccessi. Così in Francia, ma anche in Italia.
Il nostro Paese, visse i “Bei Tempi” forse, un po’ meno splendenti, rilucenti e intensi che nella capitale d’oltralpe. Tuttavia fu un'epoca magica e unica. Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos, Gioli, Banti e Panerai vivendo tra l’una e l’altra capitale mutuarono l’allure parigina coniugandola ai fermenti italiani. Altri artisti, da Casorati, Boccioni, Bonzagni, Bocchi sino allo stesso Cavaglieri, hanno reso eterni quei momenti, quei protagonisti, quelle atmosfere.
La mostra propone circa 110 dipinti e una trentina di affiches. Per raccontare, lungo il fil rouge del ritratto femminile, ma non solo, le mode e le pose, le pause dell’intimità e della ricreazione, i momenti pubblici con le escursioni al parco o alle riviere, le promenade e i rendez-vous, le sfilate di moda, le gite al lago o al mare, la vita notturna nei teatri, i veglioni, i casinò, le passeggiate a cavallo, i riti mondani, le galanterie ma anche i vizi e gli eccessi di quest’epoca.
Al centro sempre lei, la donna. Tra vanità e seduzione, tra l’autoreferenzialità del lusso, fantasie e vanità senza freno e gli estremi dell’alcol e della morfina. Specchio di un tempo nel quale l’obbligo della felicità, imprescindibile, diventava sempre più emotivamente oneroso. Alla divulgazione e alla formazione di miti e modelli provvedevano gli affichistes, i pubblicitari di allora, in primis quel Leonetto Cappiello che come pochi altri seppe connotare la pubblicità di quegli “anni belli”. Quei colorati cartelloni per molti rappresentavano l’irraggiungibilità di un miraggio, per altri la certezza dell’oggi. All’orizzonte, tensioni sociali, scontenti, rivolgimenti che portarono a offuscare le melodie delle orchestre con il cupo rombo dei cannoni.

mercoledì 27 febbraio 2008

TUTTO PROCEDE BENE!

Era questa la notizia che aspettavo con ansia prima di tornare a scrivere qualcosa... Non so, mi è preso uno strano spirito di scaramanzia, da quando ho fatto il prelievo per il tritest.
Quando poi ho aperto la busta e ho visto che tutti i valori erano nella norma e l'indice di rischio molto basso rientrava negli standard, mi sono talmente rilassata che sono scoppiata a piangere nel parcheggio dell'ospedale.
Ora, io l'ho vissuto con una tale ansia che non so se ripeterei un tale esame. Dico questo anche perché io data la mia età, non rientro nella categoria di donne a rischio per eventuali gravidanze che presentino anomalie. Infatti non ho fatto nessun esame diagnostico (amniocentesi e villocentesi), anche perché ero spaventata dall'indice di rischio (seppure bassissimo) di perdere il bambino in seguito ad un esame invasivo.
Su consiglio del mio medico ho però fatto questo banalissimo prelievo del sangue, che però è molto importante perché permette di dosare gli ormoni che il bambino rilascia nell'organismo della mamma e quindi di calcolare l'indice di probabilità di difetti cromosomici. Ci tengo a precisare che non si tratta di un esame diagnostico, ma, per quanto accurato, di un calcolo di rischio su base statistica.
Nella settimana in cui ho atteso il risultato, ero così nervosa che la mia mamma è venuta qualche giorno da me a farmi compagnia. Mi sono sentita coccolata e ho messo un po' da parte i pensieri angosciosi. Abbiamo fatto un po' di shopping per il bebè (poche cose, ma carinissime, tutte di colore neutro perché non sappiamo ancora che cos'è!) e per me, visto che stavano saltando le cuciture di quasi tutti i miei indumenti, soprattutto quelli intimi. Siamo anche andate a vedere una bella mostra sulla quale scriverò senza dubbio una recensione.
Ma intanto, la sera, mi trovavo a fare i conti con le mie paure e per la prima volta argomenti fino ad ora letti solo sui giornali o sentiti nei dibattiti in tv, mi hanno vista coinvolta in prima persona. Parlare di diritto alla vita, di interruzione di gravidanza, quando un bambino ce l'hai nella pancia è tutta un'altra cosa. Ti senti talmente coinvolta che persino i tuoi pensieri ti fanno male, anche se non li esprimi ad alta voce.
Premetto che le poche cose che sto per dire son il mio personalissimo punto di vista. Io sono cattolica, non una buona praticante, ma fermamente credente. In questo periodo più che mai, mi affido alla preghiera per trovare tranquillità e sicurezza, per me e per il mio bambino.
Però credo che ogni donna abbia il diritto di scelta. Non posso io, cattolica, con un'idea dettata dalla fede, decidere del futuro di altre vite, che magari non condividono neppure il mio Credo. Io voglio essere rispettata per i miei valori e le mie scelte, ma sono pronta a difendere anche i valori e i diritti degli altri.
Non sono in assoluto contro la legge sull'aborto. Lo sono, in parte, da un punto di vista personale, nel senso che io lo farei solo nel caso in cui anche la mia vita fosse in pericolo o il bambino fosse frutto della violenza anziché dell'amore. Lo posso dire, credetemi, perché mentre aspettavo il risultato del tritest sono stata presa da ogni sorta di dubbio e alla fine, con Giorgio, abbiamo deciso che comunque una nuova vita merita una possibilità, seppure breve.
Non so se sono io che ci presto più attenzione, o se effettivamente questi siano argomenti che stanno dominando tra i titoli dei telegiornali di queste sere. Sta di fatto che secondo me una legge che regolamenti certi aspetti, delicatissimi, della vita, ci vuole. e quella che abbiamo mi sembra abbastanza buona. Quindi mi piacerebbe non sentire più parlare di "attacco alla 194", ma piuttosto che fosse dedicata maggiore attenzione ai risvolti psicologici che determinate scelte lasciano dietro di sé. Molte donne andrebbero consigliate, confortate e non lasciate sole di fronte ad una maternità difficile. Molte associazioni a difesa della vita già fanno molto, ma se fossero più supportate sono sicura che nascerebbero più bambini e che molte tragedie si potrebbero evitare.
Ecco, scusate lo sfogo, ma aver messo queste cose nero su bianco mi ha definitivamente tolto un peso dallo stomaco. Scusate la pesantezza dell'argomento, ma se vorrete intervenire o proporre il vostro punto di vista, ne sarò ben felice. Credo che tutti possiamo dare il nostro contributo, senza pregiudizi, ma solo con il desiderio di creare un proficuo scambio di opinioni (e questa sarebbe una bella lezione anche per la classe politica!).

giovedì 14 febbraio 2008

BUON S.VALENTINO!

Piccola premessa: non amo le festività comandate, che si sono trasformate in una giostra di acquisti inutili con conseguente spreco di soldi e di valori. non credo che ci sia un giorno comandato in cui dire a qualcuno "Ti amo" o "Ti voglio bene". Però, credo anche che ogni momento è valido per esprimere affetto e tenerezza; visto in quest'ottica il giorno di S. Valentino è solo un'occasione in più per dimostrare i propri sentimenti. E allora, non servono regali, basta poco, ma con il cuore: un cioccolatino, un biglietto scritto a mano invece di un sms, cucinare un piatto speciale, per trasformare una sera come tante in un momento speciale da ricordare!
Io vi lascio la storia di S. Valentino, con la speranza che tutti voi passiate questa giornata, ma anche quelle a venire con le persone che amate e che vi fanno stare bene!


Per gli antichi Romani Febbraio era considerato il mese in cui ci si preparava all'arrivo della primavera, ritenuta la stagione della rinascita. Si iniziavano i riti della purificazione: le case venivano pulite e vi si spargeva del sale ed una particolare farina. Verso la metà del mese iniziavano le celebrazioni dei Lupercali (dèi che tenevano i lupi lontano dai campi coltivati). I Luperici, l'ordine di sacerdoti addetti a questo culto, si recavano alla grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo e qui compivano i sacrifici propiziatori. Il sangue degli animali veniva poi sparso lungo le strade della città, come segno di fertilità. Il vero evento per la gioventù romana di allora era però una specie di lotteria dell'amore. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinchè il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie. Nel 496 d.C. Papa Gelasio annullò questa festa pagana sostituendola con quella di san Valentino vescovo, martirizzato dall'imperatore Claudio II in quanto univa in matrimonio giovani coppie alle quali l'imperatore aveva negato il consenso. Prima della sua esecuzione, Valentino che si era innamorato della figlia del suo carceriere, le scrisse una ultima lettera firmandola "dal tuo Valentino" frase che è arrivata fino ai nostri giorni. Nonostante siano passati tanti secoli, questa festa ha sempre mantenuto il significato di celebrare il vero amore.

venerdì 8 febbraio 2008

LA PANCIA CRESCE!

Ieri sono entrata ufficialmente nel quarto mese lunare della gravidanza. E finalmente, mi sono un po' rilassata, nel senso che le paure e le ansie dei primi mesi stanno lentamente lasciando spazio ad una maggior tranquillità di emozioni e ad una grande sensazione di dolcezza.
Comincio a vedermi diversa: la pancia cresce e ormai si nota sotto i vestiti, che non sono ancora premaman, ma sono i miei soliti vestiti. Solo che ora porto sempre maglie lunghe per coprire il fatto che non chiudo più i pantaloni. Devo decidermi ad andare a comprare almeno un paio di jeans, ma volevo aspettare la primavera! Per la prima volta nella mia vita ho comprato due reggiseni taglia III... Che sensazione stupenda e che soddisfazione constatare che presto dovrò passare ad una coppa più grande!
In compenso ieri il bebè ha a ricevuto il suo primo regalo: una mia alunna mi ha regalato un paio di scarpine che ha fatto all'uncinetto con la sua mamma. Io credo che un po' ci godano, le piccole pesti, a vedere la prof. che piange come una sciocca, perchè continuano a farmi disegnini teneri e pensieri gentili, approfittando delle reazioni insolite dei miei ormoni.
Comunque le scarpine sono gialle e verdine, così potro metterle al nascituro in qualunque caso... Perspicace la ragazzina! Commossa e ispirata, quando sono uscita da scuola, ho fatto un giro per negozi decisa a comprare un regalo al mio bambino che si sta comportando benissimo: a parte un sonno ancestrale che mi coglie in ogni momento della giornata e ad una fame da leone, non mi sta creando nessuno dei problemi tipici della gravidanza... è proprio un tesoro!
Dunque, sono finita da Prenatal, dove non mi sono sbilanciata più di tanto: ho comprato solo un piccolo bavaglino di spugna, con una tenera famiglia di paperelle gialle ricamata...ora è qui, sulla scrivania, in compagnia delle scarpine e io continuo adaccarezzarlo e lisciarlo, l'ho anche già stirato, io che odio stirare!
Le commesse mi hanno regalato un sacco di cosine carine, tra cui il diario della gravidanza e il calendario ostetrico e poi (grrr...) campioncini di creme contro le smagliature. Ma io so che prevenire è meglio che curare, infatti è dal primo mese che mi incremo come una torta mattina e sera e la mia pelle non è mai stata così liscia.
Comincio a cercare di figurarmi il bimbo che nascerà, ma non ho un'idea precisa su un maschietto o una femminuccia, solo una vaga idea di un bimbo paffuto con gli occhi azzurri... vedremo, che sia la natura a decidere!
Ieri sera non riuscivo a prendere sonno e mi è presa una gran voglia di "rivedere" il mio bambino: sembra passato un secolo da quando ho fatto la prima ecografia, ed è solo un mese che quel pescetto si dondolava nella mia pancia e io salutavo lo schermo del monitor! Allora ho messo su il cd della Traviata e facevo ascoltare al piccino la splendida overture, mentre facevo le carezze alla pancia. Sono sicura che è già un melomane come la mamma!
Dopo Pasqua farò la seconda ecografia e si saprà anche il sesso del nascituro. Intanto ho buttato giù una lista di nomi... ma vorrei coinvolgere chi passa attraverso queste pagine: voi come chiamereste il vostro bambino? Alla fine vi svelerò le mie preferenze, ma conoscendomi cambierò idea fino all'ultimo momento. Per ora sono lanciata sul filone storico letterario, sostenuta in questa scelta da mio marito, ma vi prometto solennemente che non prenderò in considerazione Achille e Cassandra...

domenica 3 febbraio 2008

CARTONI ANIMATI

I cartoni animati rappresentano l'essenza stessa del mio essere stata figlia degli anni 80, più delle partite a pallavolo, più dei documentari di Licia Colò, più di giochi senza frontiere, più della sigla dell'eurovisione: se penso a me bambina e ai miei pomeriggi post-compiti, la prima cosa che mi torna in mente è la sigla di Pollon o Jeeg, la triste storia di Peline, i tiri impossibili di Holly e Benji o Mimì, ma anche il ripasso di storia grazie ad un'approfondita visione di Lady Oscar.
I cartoni di oggi in confronto sono meno ben disegnati, tutti uguali, una sorta di mega effetto speciale per rendere appetibili situazioni assolutamente inverosimili e anche gratuitamente violente.
Chissà cosa guarderà mio figlio tra qualche anno! Spero che tra i vari canali satellitari si trovino delle "sezioni tematiche" per nostalgici, e poi, mal che vada, ci i può sempre affidare alla mia preziosa raccolta quasi completa di dvd dei cartoon Disney.
Ora, volevo proporre una piccola rassegna dei cartoni che hanno accompagnato la mia fanciullezza, insieme ai panini alla Nutella e ai litigi con mia sorella per chi doveva stare sul divano di papà. Questo perché spesso si parla di noi trentenni come di una generazione rovinata dalle mode degli anni 80. E allora, se una parte di colpa ce l'avessero i Puffi e Candy Candy?

Sentite qua...


I Puffi: vi siete mai chiesti cosa fossero in realtà le pozioni con cui Grande Puffo sistema ogni cosa? Il bambino che cresce con queste idee distorte in testa, penserà in futuro di poter risolvere tutti i suoi problemi tramite l'assunzione di intrugli e farmaci alternativi. Che dire poi di Gargamella, un vero e proprio tossicomane allucinato, che parla con il suo gatto! Inoltre i Puffi è un cartone animato con intenti di indottrinamento politico: i piccoli ometti blu, sono in realtà una trasposizione figurata della società come la immaginava il regime comunista... Per questa teoria vi rimando a questo sito


Mimì, Mila e Shiro, Holly e Benji: ad un'attenta analisi risulta assai improbabile che simili prestazioni sportive possano essere realizzate senza l'ausilio di sostanze dopanti! E poi diciamo che oggi il calcio è malato...!


Anna dai capelli rossi: aveva nella sigla un messaggio subliminale: "Anna dai capelli rossi ha, due grammi di felicità chiusi dentro all'anima e al mondo vuol sorridere". Saranno stati gli effetti di questi due grammi? Non sono un po' tantini?

Pollon: "Sembra talco ma non è......serve a darti l'allegria! Se la mangi o la respiri ti dà subito allegria! CorocoroPollon!". Ma, dico io, esisterà un'allusione più chiara e diretta ? Ovvio che non è borotalco! Questa polverina "magica" bianca che gli assomiglia, si respira e si può ingerire, cosa potrà mai essere?


Heidi: come è possibile che Heidi veda i monti che le sorridono e le caprette che le fanno "ciao" senza aver prima assunto dubbie sostanze o avere una percezione alterata di e del mondo? E aggiungerei, com'è possibile che cresca sana con un'alimentazione monotona e ricca di grassi? Con tutto quel formaggio io sarei già scoppiata a causa del colesterolo!

Lady Oscar: alla faccia delle lotte femministe! Si co
mincia dalla sigla: "E tuo padre voleva un maschietto, ma ahimè sei nata tu...". Poi non sorprendiamoci davanti alla ribellione adolescenziale e alla difficoltà della scoperta della propria sessualità. Questa generazione di donne spezzate in due, perennemente in bilico tra il dover dimostrare di essere brave come un uomo sul posto di lavoro e allo stesso tempo calate nell'eterno ruolo di madri e mogli quasi perfette, sono la versione contemporanea della Rosa di Versailles, cresciuta come un uomo per il capriccio di un padre desideroso di un erede maschio.
E per finire, come non ricordarsi di una celebre sigla che diceva proprio: "siamo fatti così..."?!