Gita pre-pasquale a Rovereto. La culla della cultura trentina mi è davvero rimasta nel cuore dopo il mio soggiorno presso i cugini, che mi hanno ospitata durante il mio stage al Mart.
Torno sempre con piacere a visitare le sale del museo, che ospitano sempre mostre originali e anche divertenti (vedi Cinema&Fumetto).
Adesso è in mostra "Il Modo Italiano" prodotta dal Montreal Museum of Fine Arts in collaborazione con il Mart e con il Royal Ontario Museum of Toronto. mostra che si ripropone di indagare la storia del rapporto tra design e arti figurative nell’Italia del XX Secolo.
Negli spazi progettati da Mario Botta, si è ricostruita la complessità di quel particolare clima creativo che ha contraddistinto l’Italia nel corso del Novecento.
Nel secolo scorso è stato particolarmente fecondo il dialogo continuo tra le arti visive e le arti applicate: tutte le arti, nel corso del Novecento, hanno testimoniato l’apertura dell'Italia alla modernità.
Nel percorso espositivo de "Il Modo Italiano", quadri e sculture sono messi in relazione con gli oggetti del vivere quotidiano, esaltandosi reciprocamente e mostrando come molto spesso la creatività sia passata con grande forza anche nell'oggetto di uso comune.
La mostra è un omaggio ad una delle massime espressioni della creatività italiana in un periodo storico in cui proprio la produzione industriale ha spinto lo sviluppo dell'Italia in una sorta di “rinascita” post-bellica.
Poi, già che c'ero e poiché sono una nostalgica sentimentalista, ho deciso di rivedermi la grande esposizione, alla quale ho dato il mio contributo di stagista neolaureata. È stata un'esperienza esaltante ritrovarsi coinvolta nell'organizzazione di una mostra di rilevanza internazionale: ho partecipato ai vari step, dalla realizzazione di un book fotografico (maledetto Photoshop!) alle richieste di prestito e ho anche avuto modo di catalogare parte dei disegni e dei modellini.
A parte i ricordi della mia prima esperienza "sul campo", "Mitomacchina" è una mostra sensazionale: in quelle sale si dispiega la storia del design dell'automobile, uno dei più affascinanti miti del '900, ma anche le visioni che anticipano le sue trasformazioni nel Ventunesimo secolo.
La mostra si presenta con una duplice chiave di lettura: da un lato ci sono le auto scelte per la loro bellezza (le cosiddette Samotracie, archetipi, come la Nike, di assoluta perfezione); dall'altro si presenta come una ricognizione sui progetti, i processi industriali e le sperimentazioni che hanno accompagnato, messo in discussione e ricostruito quello straordinario "oggetto" che fa materialmente parte della nostra vita: l'auto.
Torno sempre con piacere a visitare le sale del museo, che ospitano sempre mostre originali e anche divertenti (vedi Cinema&Fumetto).
Adesso è in mostra "Il Modo Italiano" prodotta dal Montreal Museum of Fine Arts in collaborazione con il Mart e con il Royal Ontario Museum of Toronto. mostra che si ripropone di indagare la storia del rapporto tra design e arti figurative nell’Italia del XX Secolo.
Negli spazi progettati da Mario Botta, si è ricostruita la complessità di quel particolare clima creativo che ha contraddistinto l’Italia nel corso del Novecento.
Nel secolo scorso è stato particolarmente fecondo il dialogo continuo tra le arti visive e le arti applicate: tutte le arti, nel corso del Novecento, hanno testimoniato l’apertura dell'Italia alla modernità.
Nel percorso espositivo de "Il Modo Italiano", quadri e sculture sono messi in relazione con gli oggetti del vivere quotidiano, esaltandosi reciprocamente e mostrando come molto spesso la creatività sia passata con grande forza anche nell'oggetto di uso comune.
La mostra è un omaggio ad una delle massime espressioni della creatività italiana in un periodo storico in cui proprio la produzione industriale ha spinto lo sviluppo dell'Italia in una sorta di “rinascita” post-bellica.
Poi, già che c'ero e poiché sono una nostalgica sentimentalista, ho deciso di rivedermi la grande esposizione, alla quale ho dato il mio contributo di stagista neolaureata. È stata un'esperienza esaltante ritrovarsi coinvolta nell'organizzazione di una mostra di rilevanza internazionale: ho partecipato ai vari step, dalla realizzazione di un book fotografico (maledetto Photoshop!) alle richieste di prestito e ho anche avuto modo di catalogare parte dei disegni e dei modellini.
A parte i ricordi della mia prima esperienza "sul campo", "Mitomacchina" è una mostra sensazionale: in quelle sale si dispiega la storia del design dell'automobile, uno dei più affascinanti miti del '900, ma anche le visioni che anticipano le sue trasformazioni nel Ventunesimo secolo.
La mostra si presenta con una duplice chiave di lettura: da un lato ci sono le auto scelte per la loro bellezza (le cosiddette Samotracie, archetipi, come la Nike, di assoluta perfezione); dall'altro si presenta come una ricognizione sui progetti, i processi industriali e le sperimentazioni che hanno accompagnato, messo in discussione e ricostruito quello straordinario "oggetto" che fa materialmente parte della nostra vita: l'auto.
Nessun commento:
Posta un commento