La mia vita è cambiata da quando sono diventata mamma... Allora mi sono detta: "deve cambiare anche il mio blog!". E questo è quello che ne è saltato fuori!

venerdì 28 settembre 2007

BIRMANIA: UN BAGNO DI SANGUE

Non è possibile chiudere gli occhi su quanto sta accadendo in Birmania in questi giorni. Obbligo di tutti è levare un grido di sdegno per la repressione che il governo sta portando avanti contro i monaci buddisti e i manifestanti che protestano contro il regime militare che da 45 anni governa con pugno di ferro il Paese asiatico.
Fa orrore che certi massacri si ripetano nella storia. L'uomo non impara dai suoi errori. Li ripete, con ostinata, insensata violenza.
Non spenderò più di una parola per i nostri politici che per giorni hanno mantenuto un disgustoso silenzio a proposito della tragedia che sta ammazzando decine di persone innocenti: vergognatevi!
Io voglio levare il mio grido di ammirazione alle migliaia di manifestanti che nonostante i morti di ieri, nonostante le migliaia di militari in assetto di guerra che presidiano massicciamente Rangoon e minacciano di sparare ancora, nonostante il coprifuoco, sono tornati oggi in piazza nella capitale birmana.

Io spero che il sorriso dei monaci protagonisti di questa rivoluzione per valori come la libertà e la democrazia, ci ponga davanti ad uno scrupolo di coscienza e ci faccia comprendere che in piazza non si può andare solo contro gli USA, a berciare contro i nostri poliziotti. Sarebbe auspicabile scendere anche noi in piazza, perché mobilitarsi in segno di solidarietà con chi si fa torturare e malmenare per difendere la propria libertà, significa avere davvero degli ideali, a differenza di chi sa solo tirare fuori la solita maglietta del Che o la bandiera con l'arcobaleno per scaraventarsi contro chi la democrazia la difende.

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