La mia vita è cambiata da quando sono diventata mamma... Allora mi sono detta: "deve cambiare anche il mio blog!". E questo è quello che ne è saltato fuori!

giovedì 30 agosto 2007

IN VACANZA...FINALMENTE!!!

Domani parto. Finalmente rivedrò la mia adorata casetta all'Isola d'Elba, in quel Paradiso terrestre che è Capo d'Arco!
Sono 3 anni che non ci vado e so già che come arriverò ritroverò i profumi delle pineta, i colori delle bouganville e il mare blu che hanno contrassegnato le estati della mia infanzia.
Ci sono luoghi che diventano parte della prorpia vita. Per me l'Elba è tutto questo: li ho imparato a nuotare, a giocare a tennis, ho festeggiato i miei primi 18 compleanni, ho conosciuto tanti amici. Sarà una vacanza rilassante, ma anche una specie di "recherche" di proustiana memoria, perchè se per Charles Swann era il profumo delle madeleine a risvegliare i ricordi, per me è il profumo della torta di pinoli, che la nonna mi preparava per il mio compleanno, oppure il bicchiere di Aleatico nel quale pucciare i cantuccini!

La spiaggetta del Brigantino, detta anche il Coccodrillo (per la forma dello scoglio che si protende nel mare)

martedì 28 agosto 2007

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Ultimo appuntamento con la stagione areniana. Mi mancava solo la Bohéme e quest'anno avrei fatto l'en plein! (ma del resto la Bohéme non ce la vedo molto ambientata in un anfiteatro romano...si presta di più ad un ambiente più raccolto, almeno questa è la mia idea, visto il carattere intimo dell'opera pucciniana).
Ma torniamo al capolavoro rossiniano che ho avuto modo di vedere con uno spettacolare e coloratissimo allestimento a cura di Hugo de Hana.
Anche Il Barbiere di Siviglia è un’opera di non facile ambientazione in un palcoscenico così vasto come quello dell’Arena di Verona; Hugo de Ana ha realizzato uno spettacolo nel quale le situazioni vengono amplificate in un grande gioco scenico, ponendo tutti i protagonisti, dagli artisti dei ruoli principali ai mimi, ai ballerini e ai coristi, al servizio della musica di Rossini.
Lo spettacolo complessivo ricorda l’allestimento di un musical. Nelle intenzioni di de Ana, lo spazio scenico è concepito come un giardino dell’amore, un labirinto nel quale si snodano gli intrighi e gli equivoci propri della storia tratta da Beaumarchais.
A me il labirinto abitato da farfalle gigantesche e colmo di rose rosse, mi è piaciuto tantissimo, sarà perché mi ricordava Alice nel paese delle meraviglie di Walt Disney.
Indubbiamente il merito di tanto successo va anche alle coreografie di Leda Lojodice, perfette per una scenografia tanto "ingombrante".


E poi non sono certo mancate le voci: Francesco Meli, al suo debutto in Arena, è stato un Conte di Almaviva che ha soddisfatto le aspettative. Annick Massis fraseggia così bene e ha voce così fresca che scandalizza affato la scelta che sia un soprano ad interpretare Rosina. Scoppiettante e divertentissimo Bruno De Simone (Bartolo), bravo anche Orlin Anastassov (Don Basilio). Una nota merita Francesca Franci, che ho avuto l'onore di conoscere personalmente: una Berta così vezzosa, da non sembrare affatto "vecchietta e disperata", ma piuttosto in vena di volersi assolutamente godere la vita, ha dato un ulteriore tocco di brio che non guastava in un insieme tanto giocoso e felice.
Unica pecca di uno spettacolo davvero scoppiettante (in senso letterale, c'erano anche i fuochi d'artificio nel finale!), è stata la direzione di Claudio Scimone: orchestra sottotono fin dall'overture, che trasforma Il Barbiere in un'opera stanca, a tratti pesante. Tempi lenti, nessun colore, nessuna dinamica, sono davvero lontani da ciò che ci si aspetta dall'opera buffa per antonomasia, ma alla fine un'ottimo cast, una sceneggiatura da favola (nel vero senso della parola!) e il fascino sempiterno dell'Arena, riscattano in pieno forse la più meritevole rappresentazione di questa stagione areniana.

SARGENT AND VENICE

Questa volta non avevo scuse: è da marzo che rimando di andare a vedere la mostra di Sargent al Museo Correr e, ora che l'hanno prolungata fino al 23 settembre, mi sentivo quesi obbligata.
Ne è valsa assolutamente la pena, a parte la cappa di calura che oggi avvolgeva Venezia, al punto che perfino i piccioni erano più fiacchi del solito e si tenevano in disparte invece di piombarti addosso in cerca di briciole (peraltro io avevo una fame nera e avrei difeso il mio panino con la mortadella anche da uno stormo di aquile affamate!).
Peccato solo che, come al solito, al Museo Correr non si sprechino in quanto ad ampiezza del percorso espositivo e neanche tanto per quanto riguarda gli "spiegoni" sui muri delle sale. Inoltre il colore bordeaux delle pareti (ma non l'avevo già visto per Veronese?) è orribile, incupisce e confonde la percezione dell'opera, invece che evidenziarla...mah!


Ma le opere esposte sono di qualità eccelsa ed è un'esperienza appagante per gli occhi lasciarsi coinvolgere dalle sfumature trasparenti degli aquerelli del grande "impressionista" americano che come tanti artisti dell'Ottocento subì il fascino delle atmosfere e della luce della città lagunare, nella quale si recò per la prima volta nel 1870.

John Singer Sargent (1856-1925) nacque a Firenze e durante la sua vita soggiornò in diverse località europee. Frequentò l'Ecole des Beaux Arts di Parigi e iniziò la sua carriera come ritrattista. Fu amico di Monet e questo rapporto, lo portò a partire dagli anni Settanta, a sperimentare sempre con maggior forza espressiva, la pittura en plein air.
Gli olii e gli acquerelli esposti, fanno parte di quel gruppo di opere che ha per soggetto Venezia, realizzate tra gli anni Ottanta e il 1913.
La mostra è concepita come un ipotetico viaggio sul Canal Grande, in gondola, sulla quale Sargent amava dipingere, adottando così un punto di vista ribassato dal quale è possibile scorgere inquadrature inedite.
Tra la rappresentazione della città, le sue calli, le sue architetture, i suoi campielli, trovano spazio scene di vita quotidiana nella Venezia dell'Ottocento: interni di botteghe, osterie, donne al lavoro o a passeggio.
Nella pittura di Sargent, domina la ricerca della luce, la libertà della scelta compositiva e l'incisività del tratto e della pennellata. Il colore è leggero, aereo, ma è supportato da una grande padronanza formale.
La mostra si conclude con una rassegna di opere di artisti contemporanei di Sargent e anch'essi attivi a Venezia: Milesi, Nono, Tito. Questi furono senz'altro influenzati dal pittore americano, protagonista indiscusso delle Biennali dell'epoca, ma a loro volta influirono sullo stile di Sargent, in uno scambio continuo e fecondo.

lunedì 27 agosto 2007

VIVERE NEL 2007

Oggi sono un po' alienata...mail a cui rispondere, testi da finire di scrivere, perfino il biglietto per il traghetto lo devo fare via internet! Risultato? il PC si è impallato, ribellandosi al mio nervoso ticchettare sulla tastiera! Dopo sbuffi, panico e (livello di guardia!) suppliche rivolte al monitor, si è deciso a ripartire. Ora è tardi e devo mettere ancora su la cena: lode al microonde! Così mi è sorta spontanea una riflessione...

TI RENDI CONTO DI VIVERE NEL 2007 QUANDO...

1. Per sbaglio inserisci la password nel microonde.

2. Sono anni che non giochi a solitario con carte vere.

3. Hai una lista di 15 numeri di telefono per contattare i tuoi 5 familiari.

4. Mandi e-mail alla persona che lavora al tavolo accanto al tuo.

5. Il motivo per cui non ti tieni in contatto con i tuoi amici e familiari è che non hanno indirizzi e-mail.

6. Rimani in macchina e col cellulare chiami a casa per vedere se c'è qualcuno che ti aiuta a portare dentro la spesa.

7. Ogni spot in TV ha un sito web scritto in un angolo dello schermo.

8. Uscire di casa senza cellulare, cosa che hai tranquillamente fatto per i primi 20, 30 (o 60) anni della tua vita, ora ti crea il panico e ti fa tornare indietro per prenderlo.

10. Ti alzi al mattino a ti metti al computer ancora prima di prendere il caffè.

11. Cominci ad arrovellarti il cervello alla ricerca di modi per sorridere. : ) :o) :-P

12. Mentre leggi tutto questo ridi e fai Sì con la testa.

13. Sei troppo occupato per accorgerti che su questa lista manca il punto 9.

14. E ora sei tornato indietro per vedere se davvero manca il punto 9...

E ORA STAI RIDENDO DA SOLO....

giovedì 23 agosto 2007

LA 52. BIENNALE DI VENEZIA

La 52. Esposizione Internazionale d'Arte, intitolata Pensa con i sensi - Senti con la mente. L'arte al presente, è aperta fino al 21 novembre. Il direttore della 52. Esposizione è il critico d’arte e artista statunitense Robert Storr. Le sedi espositive sono il Padiglione Italia e i padiglioni nazionali ai Giardini, le Corderie e le Artiglierie all'Arsenale, e altre sedi di Venezia centro storico.


Io ci sono andata questa settimana in una giornata afosa che preannunciava pioggia, in una Venezia molto affollata di turisti che bivaccavano in Piazzetta (ma dove sono i famosi vigili che dovevano multare i turisti più indisciplinati??!) e, o almeno così mi è parso, non troppo interessati alle novità dell'arte contemporanea, ma piuttosto attratti dal solito itineriario Rialto-Accademia-San Marco.
Eppure, stando ai dati pubblicati dal sito della Fondazione Biennale di Venezia, un incremento di visitatori, c'è stato, forse anche grazie alla ricomparsa del Padiglione Italia, tristemente assente nella scorsa edizione. Cito testualmente: "Alla data dell'8 agosto, la 52. Esposizione Internazionale d’Arte ha richiamato oltre 103.000 visitatori, con un incremento di pubblico del 18% rispetto all’edizione del 2005, ed è attualmente la mostra d'arte più visitata in Italia".
La mostra centrale internazionale, allestita alle Corderie e Artiglierie dell’Arsenale e nel Padiglione Italia ai Giardini, presenta un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo. Il panorama internazionale è arricchito dalle mostre dei 76 Paesi (numero record di questa edizione), che allestiscono proprie mostre anche nei campi e nelle calli del tessuto urbano. All’Arsenale ha trovato sede permanente dal 2006 il nuovo Padiglione Italiano, che debutta quest’anno con una mostra a cura di Ida Gianelli, costituendo una delle novità principali della 52. Esposizione.
Obiettivo principale del programma di questa rassegna è "l’immediatezza della sensazione in rapporto all’interrogarsi sulla natura e al significato di tale sensazione, l’intima affezione nei confronti dell’impegno nella vita pubblica, il senso di appartenenza e quello di sradicamento, la fragilità della società e della cultura di fronte al conflitto e le qualità di sostegno dell’arte di fronte alla morte ".
L’americano Robert Storr, Direttore della Biennale 2007, persegue la pluralità dell’arte e dei linguaggi, dalla pittura alle installazioni e ai video, degli artisti, giovani artisti e artisti noti già storicizzati, in una visione che “da una parte esalta i movimenti globali del mood creativo contemporaneo e dall’altro accende i riflettori sulle singole realtà locali anche periferiche dell’arte”.
Riporto il pensiero espresso ripetutamente da Storr sulla sua Biennale, che, definendo questa edizione "una mostra non per i professionisti, ma per i normali visitatori che si lasceranno affascinare e colpire dalle opere", ne ha così sintetizzato i contenuti: "La storia dell’arte è un tessuto di epifanie intrecciato da molte mani a velocità diverse: il tempo presente dell’arte è il bordo esterno di questo work in progress. Invece di rifilare il bordo o di ritessere la trama per regolarizzarla, questa mostra si concentra su alcuni aspetti della produzione attuale scelti quali indizi della possibile natura degli schemi emergenti, senza tuttavia alcuna pretesa di offrirne una mappatura esaustiva".

Se già la spiegazione degli intenti espositivi di questa edizione è alquanto contorta, se ne deduce che se dalla Biennale ci i aspetta un profondo senso di stupore, indubbiamente se ne esce soddisfatti (anche perchè a volte più che stupiti, si resta perplessi!), ma il rischio da correre è quello di avventurarsi per il percorso tra i Giardini e l'Arsenale, con l'alta probabilità di "perdersi"!

Altre info sulla Biennale di Venezia su http://www.labiennale.org/it/arte/

lunedì 20 agosto 2007

VA PENSIERO. NABUCCO ALL'ARENA

Bellissima e calda serata di agosto all'Arena di Verona. Pioggia scongiurata e la solita fila interminabile per l’ingresso alle gradinate non numerate, ma affluenza di pubblico non eccessivamente pressante.
Dopo la Traviata, da vera melomane torno ad appollaiarmi sulle gradinate dell'anfiteatro per gustarmi il Nabucco, l'opera che Giuseppe Verdi scrisse appositamente per per la voce di sua moglie Giuseppina Strepponi, che rivive nella magica atmosfera dell'Arena. L'orchestra si presenta in ottima forma, diretta magistralmente da Daniel Oren (che non si smentisce mai e spicca numerosi saltelli sul podio) e splendidamente e la messa in scena si avvale di un Leo Nucci in grande forma ancora sorprendente per vocalità e sonorità qualitativamente ottime, con la sua bella voce ormai da tempo plasmata perfettamente per interpretare i “pesanti” ruoli verdiani.
Curiosità attorno all’Abigaille di Susan Neves, che all’apparire in scena faceva sperare in una gran qualità vocale. Invece, la cantante ha dato molto all’inizio, ma è andata appannandosi man mano che il ruolo pretendeva una vocalità incalzante. Bello il colore della voce, ma il controllo dell’emissione era modesto e l’impeto della cabaletta “Salgo già del trono aurato” si era già appiattito nel cantabile che la precede. Un vero peccato, perché dal Soprano, di considerevole stazza sia fisica che vocale, ci si aspettava molto di più.
D'obbligo menzionare le capacita e la qualità del Coro, diretto da Marco Faelli, che ha eseguito anche l’immancabile bis del “Va pensiero”.
Sobrie (del resto non previste nell’Opera) le coreografie di Maria Grazia Garofoli con il Corpo di Ballo dell'Arena di Verona, altrettanto sobri i costumi di Denis Krief, autore anche delle scene e della regia.
Davvero particolare la scenografia (è la stagione delle scenografie insolite all'Arena!): un misto tra il futuristico della bassa torre dorata sulla destra della scena, simbolo del potere di Nabucco, ma anche prigione del sovrano nel terzo atto, e la “Bauhaus” di un doppio “tempio-gabbia”, destinato agli ebrei, con annesso crollo rovinoso (ed alquanto polveroso), nel primo atto, dei libri sacri, veri e propri “mattoni” del Tempio di Gerusalemme. Le luci sono state determinanti nel dare un senso di continuità e coerenza alla scena.
Nella regia, sempre di Krief, il richiamo al regime nazista, accostato all'imperialismo di Nabucco (perfino nel passo dell'oca usato dalle sue truppe in scena), era lampante, ma non particolarmente coinvolgente.
La regia del Krief, in definitiva, sia pur facendo egli entrare in scena Nabucco a cavallo, provocando i suddetti crolli e facendo inerpicare pericolosamente il coro dentro le “gabbie” del Tempio, non ha provocato particolari emozioni e tutto lo spettacolo è stato permeato da quel senso di routine che ha appiattito la rappresentazione.


Un Nabucco dal quale ci si aspettava moltissimo, ma che, sia pur nell’alta qualità complessiva mantenuta, ha “inciampato” nella consuetudine ormai forzata della ricerca dello “spettacolo” e dell' "insolito" a tutti i costi, a discapito della resa complessiva della messa in scena.

mercoledì 8 agosto 2007

4 AGOSTO 2007. LA TRAVIATA ALL'ARENA DI VERONA

Sabato 4 agosto in un'Arena gremita, come di consuetudine, per l'occasione, è andata in scena la prima della Traviata, con la regia dissacratoria di Graham Vick.
L'allestimento di quest'anno si era già visto nella città scaligera in occasione del festival del 2004, e come allora, anche quest'anno una buona parte del pubblico non ha apprezzato le scelte provocatorie del regista. In particolare, oltre alla scenografia rutilante, non priva di riferimenti alla vogarità contemporanea, poco felice è stata la scelta di innalzare un enorme cuore rosso che rendeva difficile la visuale, soprattutto per il pubblico delle gradinate.


Dopo il duetto del primo atto le proteste che già serpeggiavano si sono tramutate in un coro di "a casa!" e "vergogna!" all'indirizzo del regista. L'orchestra non riusciva a riprendere l'esecuzione e la povera soprano sola sul proscenio non ha potuto far altro che aspettare che per lo meno la scenografia fosse un po' abbassata, in modo da rendere migliore la visuale.
Anche il resto delle scene sono state all'altezza delle aspettative di chi (pochi!) si aspettava una Traviata cinica e contemporanea. Violetta Valery, donna di facili costumi (in fondo, nonostante la beatificazione che ha subito la Signora delle camelie nel corso del Novecento, ricordiamoci che lo stesso Verdi disse che "una puttana rimane una puttana"), si muove in una sorta di circo mediatico: il suo è un mondo dove sesso e soldi e perversioni predominano, insomma un mondo fatto di lustrini e superficialità, dove la volgarità dilaga e dei valori morali non rimane che da salvare la facciata.
Le scene di massa sono l'apice di questa Traviata che ben si addice all'era di vallettopoli: le feste sfrenate sono all'insegna dell'alcol e dei soldi, i vestiti esagerati, il tutto sotto i flash dei paparazzi. Il kitsch dilaga volutamente, a volta prorompe sulla scena, come nel caso della bambolona bionda gigante e del ventaglio con le carte, dove le regine sono donnine nude, che trasforma il salotto di Flora in un casino di Las Vegas.
La Travita, seppur dissacratoria, resta pur sempre un melodramma borghese, intrecciato di emozioni e commozione, ma purtroppo questo aspetto si è perso nella cinica visione di Vick, lasciando una sensazione di gelido distacco anche nel pubblico.
Da un punto di vista tecnico , la direzione musicale di Julian Kovatchev è stata un po' generica, priva di slanci espressivi, nonstante il ritmo sfrenato dell'insieme.
Inva Mula è stata una Violetta senza infamia e senza lode, con anche dei bei momenti di limpidezza vocale ed una voce sicuramente matura e sensuale. A sua discolpa c'è da dire che la tensione provocata dalle proteste del pubblico proprio prima dellua sua scena in chiusura del primo atto (è strano, è strano, in core ho scolpiti quegli accenti...Follie, follie! Sempre libera...), non l'ha certamente aiutata a superare l'ansia della prima.
Bravo Roberto Aronica, un Alfredo squillante e volitivo.
Bravissimo Ambrogio Maestri alias Germont, elegante nel fraseggio e capace di rendere il senso del melodramma del grande Giuseppe Verdi.
Deludente il finale, almeno per me: Violetta che morente abbandona la scena dopo aver lasciato cadere un mazzo di fiori, (su un già folto tappeto di fiori, che ricorda i funerali di Lady D!) invece che spirare tra le braccia di Alfredo, proprio non ci sta: insomma, almeno all'opera un po' di sano tradizionalismo ci vuole, se non nel complesso della regia, almeno in alcuni passagi obbligati dal punto di vista recitativo!

Alla fine grandi applausi per i cantanti, fischi e non solo per Graham Vick che a ottobre porterà la sua Traviata in Inghilterra...ma secondo me avrebbe più successo a Broadway!

lunedì 6 agosto 2007

TANTI AUGURI...A ME!

Oggi è il mio compleanno...sono 28! Aimè...i 30 avanzano inesorabilmente!
Siccome sono una leonessa egocentrica, rendo pubblico il mio profilo astrale...pregi (TANTI!), difetti (POCHI!)...Insomma, tutte le caratteristiche del mio STUPENDO segno zodiacale!

Hai un senso spiccato dell'umorismo e il tuo carattere espansivo ti procura molte simpatie. In circostanze ordinarie sei gentile e comprensivo verso gli altri. Non sei certo pavido; mostri un atteggiamento energico, dinamico e imponente quando è necessario ed hai anche in misura considerevole l'abilità di influire sugli altri inducendoli ad abbracciare le tue idee. Sei idealista e generoso; proprio per questo ti riveli anche sensibile e permaloso. Il tuo carattere mostra sincerità di propositi, sei coraggioso sino alla temerità. Sei decisamente nervoso, ma in circostanze ordinarie non tendi a conservare a lungo il rancore. Comunque, quando sei in collera, puoi essere violento e temibile, sicché è bene che tu faccia il possibile per controllarti. In linea generale, hai quello che si dice un carattere nobile. Nutri ideali superiori, coltivi generosità e simpatie. In amore sei incline alla gelosia. Sei indipendente e non ti pieghi facilmente. Hai buone facoltà di osservazione, intuizione e sei felice quando puoi fare a modo tuo; tranne che in amore e in questioni sentimentali. In questi casi, ti lasci dominare dall'impulso. Sei in grado di afferrare rapidamente fatti e teorie. La rapidità di giudizio è vitale per la tua personalità. La natura temeraria ed avventurosa ti porterà ad affrontare una gran varietà di fatti e condizioni.
Chi è dotato di un temperamento come il tuo, possiede un'immaginazione molto attiva. A volte, trovi una viva soddisfazione nel meditare, nel sognare di cose sentimentali. L'immaginazione può aiutarti a formulare nuove idee, ad esprimere pensieri originali e la naturale tendenza artistica del tuo segno ti dona la facoltà di comprendere ogni cosa con chiarezza. Ciò rende possibile a molti nati nel Leone di diventare artisti, danzatori, canzonettisti, attori ed attrici famosi. Hai buona memoria e non hai difficoltà a rammentare avvenimenti o concetti. I tuoi interessi sono vasti, vari, e questo ti permette di essere un conversazione brillante e colto. Hai molto acume nel giudicare gli altri e le loro reazioni. L'intuito ti consentirà di renderti conto delle cause dei tuoi insuccessi e ti fornirà anche la soluzione per evitarli, per progredire. Il segno sotto il quale sei nato ti conferisce una costituzione robusta e ottime facoltà di recupero. Il segno della tua nascita rappresenta la sezione romantica e ospitale dello Zodiaco.
E' evidente il tuo desiderio di piaceri, svaghi, avventure, trattenimenti e viaggi. In te c'è la tentazione a slanciarti in avventure rischiose, azzardate, assieme al desiderio di tutto ciò che è eccitante. Per natura sei un tipo romantico. In amore sei devoto e appassionato; i tuoi sentimenti, quando ti lasci guidare da loro, sono profondi, ma devi ricordare che, normalmente, non sempre puoi fidarti del tuo giudizio in materia sentimentale. Chi nasce nel segno del Leone è affezionato, amorevole, devoto nei suoi atteggiamento, ma non tollererebbe mancanze di rispetto o insubordinazioni. E' irremovibile nelle sue opinioni. Il suo amore è profondamente romantico e assolutista, ma lui considera se stesso come il rappresentante della legge nell'ambito della sua casa. Il suo atteggiamento verso la vita è così convenzionale che non tollererebbe mai una compagna che non fosse leale. A causa dell'intensità delle tue emozioni, permetti che sia il tuo cuore a guidarti.
Ami i bambini e nei loro confronti sei portato all'indulgenza.
Desideri ardentemente avere una bella casa e tutte le comodità possibili; desideri il meglio di quanto ci si può procurare con il denaro. Di natura sei più o meno sedentario e fai di tutto per avere un domicilio, che sia possibile chiamare casa tua, e tuttavia non sei contento di rimanere troppo a lungo nello stesso posto, sei soggetto a stancarti se non hai l'opportunità di cambiare ambiente e orizzonte. La tua natura romantica può metterti in contrasto con i genitori. Migliori prospettive di una casa sicura e stabile verranno nella seconda metà della tua vita.
Sei più adatto al lavoro intellettuale che a quello fisico. In circostanze ordinarie hai la pazienza e la costanza di lavorare per un proposito sino a che l'hai realizzato. Molti nati nel Leone hanno la mentalità, l'abilità, il carattere che li qualifica per un'attività d'affari o professionale quale la legge o la medicina. Diventano anche autori apprezzabili; oppure banchieri, mercanti, mediatori, agenti immobiliari e venditori. Molti sviluppano le loro qualità artistiche e diventano attori, musicisti e artisti. Il tuo progredire nella vita potrebbe non essere rapido, ma generalmente è sicuro. Puoi affrettarlo solo usando giudiziosamente il tuo talento. Quando i nati nel Leone raggiungono il successo, continueranno ad averlo per tutta la vita. Hai buone qualità direttive e sei in grado di assumere vaste responsabilità. Potresti riuscire bene in qualche affare per conto tuo. I segni indicano un successo ragionevole in ogni lavoro o attività connessi con il vasto pubblico, perché hai il genere di personalità che piace.
Sei bravo a guadagnare, ma sei incline a una generosità eccessiva, persino scialacquatrice. E vuoi divertirti, con il tuo denaro. Nella prima metà della tua vita potrai essere molto generoso. Devi tenere a mente che, se vuoi ottenere la sicurezza economica, devi imparare l'arte di far lavorare per te il tuo denaro. Dovresti incominciare piano piano, sulle prime, e poi, man mano che hai acquistato la pratica necessaria, potrai farlo su scala più ampia. La filosofia che il denaro è rotondo e va e viene, non conduce né al successo, né alla sicurezza economica. Dovresti essere ragionevolmente prudente in tutto ciò che concerne il gioco e le speculazioni. Nel corso della vita, molta gente sarà attirata a te dalla tua personalità magnetica e interessante. Ami intrattenere gli amici a casa tua. La vera amicizia sarà una delle tue esperienze più piacevoli nel corso della vita. Infine: . Il segno del Leone simboleggia la forza, il coraggio, il fuoco.
Nell'emisfero nord, il periodo più caldo dell'anno lo si ha quando il Sole percorre questo segno. E' il Leone solare che, con il suo fuoco interno, matura i frutti nati dalla terra grazie agli umori di Iside. Il Leone simboleggia il cuore dell'Uomo Zodiacale e rappresenta il centro vitale del sistema circolatorio umano ed è anche il vortice ardente della vita. I nati sotto questo influsso sono noti per le superiori doti fisiche e per le meravigliose possibilità di recupero dopo momenti di forte stress o dopo qualche malattia. Il segno del Leone è la seconda emanazione del Trigono di fuoco ed è la costellazione del Sole. Il Leone indica gli impulsi del cuore. I dominati dai suoi influssi sono generosi all'estremo con i loro amici. Per natura sono profondamente sensibili e possiedono quel particolare grado di forza magnetica che li mette in condizione di ridestare simpatie in altre persone. La gemma mistica del Leone è il rubino, che forma il più potente talismano contro le malattie per tutti coloro che sono governati dagli influssi del Leone. Il giorno fortunato è la domenica. I numeri fortunati sono il cinque e il nove. I colori di questo segno sono l'oro e l'arancione.

mercoledì 1 agosto 2007

PROPOSITI PER L'ESTATE

1 Agosto...è tempo di propositi, come il primo dell'anno...
Io non sono solita fare buoni propositi, perché sono la persona più disorganizzata del mondo, però colgo l'occasione per fare un po' d'ordine nel guazzabuglio in cui mi dibatto, rischiando di consumare inutilmente energie (peraltro già carenti in questo periodo in cui mi alimento di integratori, visto il crollo dei sali minerali dovuto al caldo!).

1- Iniziare SERIAMENTE a raccogliere materiale per scrivere la biografia sul cugino tenore. Cercare su internet e e programmare per settembre una settimana a Milano per andare alla biblioteca delle Scala.
2- Studiare un' ora al giorno inglese, a costo di incollarmi da sola con il superattak alla sedia!
3- Scrivere le biografie di artisti che mi sono auto-commissionata.
4- ridurre VERAMENTE il numero di sigarette.
5- Decidermi a riprendere a giocare a tennis...e possibilmente continuare anche in autunno!
6- Provare a fare la marmellata in casa.


In autunno farò il bilancio...e se non quadra? Che faccio? Mi sparo da sola??!