Ho iniziato a leggere questo libro un po' per scherzo perché io non amo molto i libri che diventano di moda troppo in fretta, i classici best-seller che d'estate trovi scontati in bella mostra all'ingresso delle librerie nei centri commerciali. ok, questa mia affermazione può apparire un po' snob, ma tant'è.Eppure, incuriosita dal bel disegno di questo topino (anzi ratto!) che campeggia sulla copertina, mi sono lasciata tentare. Tornata a casa sono stata risucchiata dalla storia di Firmino, tenera, toccante e anche scanzonata.
Firmino è la creatura letteraria del sessantaquattrenne americano Sam Savage, all'esordio nella narrativa, edito da Einaudi Stile libero. È un il ratto che divora e legge tutti i libri della libreria in cui è nato e vive.
Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. E' il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo.
Questo ratto riesce ad affascinare il lettore non solo perché sa appassionarsi al funzionamento di uno sciacquone da toilette, ma sa anche viaggiare in ogni classico, dal Medioevo ai giorni nostri. Accattivante e repellente, Firmino è un tipaccio dai pensieri incestuosi (dopo mezzanotte diventa anche un grande consumatore di film porno!). Firmino è talmente umano, forse troppo che è capace di assomigliarci.
Il risvolto più interessante di questo libro insolito è che si tratta di un racconto in grado di interagire con il lettore: è il catalogo di una biblioteca possibile e insieme infinita, è un gioco intelligente su gusti e mode letterarie, è una caccia al libro al quale Firmino allude senza darne il titolo.
Firmino è la voce di tutti quelli che considerano la lettura e la fantasia il cibo più prezioso per l'anima. Un magico racconto dickensiano nero, divertente e malinconico sul potere di redenzione della Letteratura.
Questo è quanto hanno detto due lettori d'eccezione, assai più titolati di me per dare giudizi. Riporto i loro commenti perché li condivido completamente.
«Non ne potevo più di topi. Sono ovunque: al cinema, in televisione, nei fumetti, nelle fogne sotto casa. Poi ho conosciuto Firmino. Solo un topastro sfigato e malinconico come lui mi poteva rimettere in pace con il mondo dei roditori». N. Ammaniti
«Firmino, il topo che Walt Disney avrebbe inventato se solo fosse stato Borges. Se leggere è il vostro piacere e il vostro destino, questo libro è stato scritto per voi». A. Baricco