
Allora, ho pensato di rinfrescare un po' la mia e la vostra memoria e di fare una piccola raccolta delle maschere tradizionali più celebri. Se qualcuno volesse segnalare qualche maschera tradizionale non menzionata, gliene sarò grata.


Il Dottore infatti è solitamente rappresentato come un uomo di legge, che si intende di tutto ed esprime opinioni su ogni cosa. Caratterizzato da una certa verbosità, tende ad infarcire di citazioni latine e ragionamenti strampalati i suoi discorsi sulla filosofia, le scienze, la medicina, la legge e si esprime sempre con un fortissimo accento bolognese. Si veste con pantaloni e camicia nera, guarnita di un colletto bianco, in testa ha un cappello a larghe tese, nero. Alla cintura porta un pugnale o un fazzoletto, e sotto braccio un librone. E' la satira del laureato saccente e pedante. Non a caso viene da Bologna, città che nel Cinquecento è considerata capitale della cultura.

E' l'antagonista di Arlecchino e primo Zanni della Commedia dal carattere scaltro e astuto. L'abito che Brighella si vanta di indossare è la livrea, simbolo dell'appartenenza al padrone: calzoni larghi e giacca bianchi listati di verde, un mantello bianco, anch’esso con due strisce verdi, un berretto a sbuffo e la mezza maschera sul viso. E' con questa uniforme che esercita il suo potere sui servitori semplici.

Colombina la servetta veneziana, è la fidanzata di Arlecchino, anche se lui non pare



Giacometta è il naturale complemento di Gianduja; coraggiosa e pratica come il marito, mette con generosità il proprio buon senso a disposizione di chi deve risolvere un problema spinoso. Il prototipo della maschera si avvicina a quello della servetta, maliziosa e dal carattere forte ma gentile. Il costume è caratterizzato da una gonna lunga e larga, di ispirazione agli indumenti folkloristici piemontesi alla quale accompagna una camicia con scialle ed un alo copricapo che le serra la chioma. I due personaggi videro la luce circa 300 anni fa ad Asti sotto forma di burattini, per poi divenire maschere del carnevale e personaggi di altri generi teatrali.


Pantalone Nasce nella laguna veneziana. E' un personaggio bonario e pieno di umanità, nonostante il suo continuo brontolare. E’ chiamato il Magnifico ed è un vecchio e ricco mercante che ha un grosso difetto: è estremamente avaro ed è solito preparare pranzi con un solo quarto di zecchino. Il nome Pantalone deriva da “Pianta Leone”, come venivano definiti coloro che, con la scusa di conquistare nuove terre per Venezia, si sbrigavano a piantare la bandiera di San Marco su ogni pezzo di terra che trovavano. Indossa uno zucchetto, giubba e calzamaglia rossi, con babbucce e mantello nero.

La pigrizia gli impedisce di muoversi come gli altri personaggi della Commedia; é sicuramente il più intelligente dei servi: svelto nel linguaggio, critica gli errori dei padroni e spesso finge di non capire i loro ordini, anzi li esegue al contrario, non per stupidità, ma perché li ritiene sbagliati. E' furbo, ma sentimentale; l'unico personaggio che a un piatto di minestra, preferisce una romantica serenata, eseguita sulla mandola, sotto le finestre della sua bella. Forse anche per questa ragione é pallido e languido e, spesso, una lacrima gli scende sul viso.


Rugantino Il suo nome deriva senza dubbio da "rugare" cioé brontolare, borbottare. Il romanissimo Rugantino rappresenta il "bullo romano", disposto a prenderle fino a restare tramortito pur di avere l'ultima parola. "Meglio perde n'amico che na buona risposta" é una delle sue frasi preferite. Agli inizi della sua carriera lo si vede vestito come un gendarme, o capo delle guardie, sempre pronto ad arrestare qualche innocente per dimostrare la propria forza, litigioso e inconcludente. Con il tempo smetterà l'abbigliamento militare e, vestiti panni civili, smusserà il suo carattere negativo per assumere un carattere più pigro e bonario che ne farà l'interprete di una Roma popolare ricca di sentimenti di solidarietà e giustizia. Indossa pantaloni, gilet e giacca rossi, calza scarpe con grandi fibbie e porta un cappello a due punte.

Scaramuccia è una maschera napoletana, della Campania. Indossa un berretto nero alla basca che sembra una cuffia da letto e sul viso porta una maschera nera. La giubba è corta a righe nere e grigie scure con il colletto bianco alla Stuarda, fatto di pizzo, la porta sborsata con una cinta; sopra indossa un mantello nero. I calzoni sono a metà ginocchio, completati da lunghe calze, le scarpe sono nere e a punta e hanno un fiocchetto all'altezza della caviglia. E' un tipo spaccone, ma, in realtà, sta quasi sempre in silenzio, in un modo o nell'altro prende ogni giorno qualche botta! E' uno scansafatiche eccezionale, come lui non c'è nessuno! La maschera di Scaramuccia appartiene alla serie dei Capitani. La più antica raffigurazione risale ai primi del Seicento, ad opera dell'incisore francese Jacques Callot.
Stenterello è una tipica maschera fiorentina. Uomo intelligente e scaltro, ama i giochi di parole ed è noto anche per la sua grande umanità che fa sì che Stenterello accetti con grande filosofia tutte le cose che le sue avventure gli mettono di fronte. Umorista schietto, spesso diventa acido coi potenti. Stenterello fu ideato nel XVIII secolo dall'attore fiorentino Luigi Del Buono, creatore di brillanti commedie popolari che era, proprio come il suo personaggio Stenterello, magro, sparuto, gracilissimo, come colui "che pare cresciuto a stento". Piccolo di statura, di carnagione giallastra, la fronte spaziosa e le ciglia arcuate, aveva una naturale predisposizione alla recitazione briosa e alla composizione di dialoghi comici sia in versi che in prosa. Il costume di Stenterello è allegro e frizzante come il personaggio e ricorda l'epoca della sua nascita: il settecento. Partendo dall'alto ha il tricorno nero o una lucerna con fregio, una giacca (zimarra) o giubba a falde di color azzurro chiaro o blu, sopra ad una sottoveste sgargiante, panciotto giallo canarino, dei calzoni corti neri (a volte neri e verdi), una calza di cotone rossa ed una fantasia, o due diverse tr
a loro.

Tartaglia ha origini veronesi. Servo balbuziente, su questa caratteristica costruisce tutta la sua comicità. per esempio può accadere che, parlando di Pantalone, dica co-co-co in modo tale che non si capisca se questo è cornuto o contento. Il pubblico ride e sghignazza. Maschera caratterizzata oltre che da un' inguaribile balbuzie, da una forte miopia, è generalmente compresa, insieme a Pantalone e il Dottore, nel gruppo dei vecchi apparendo in numerosi scenari nella parte di uno degli Innamorati.
7 commenti:
Oggi leggerò questo post e il precedente con le mie figlie.
Una splendida sintesi. Grazie.
Che bella carrellata!
Vale la pena conoscere ciascuna di queste maschere, per le loro peculiarità. Io in particolare sono affezionata ad Arlecchino e Brighella, miei conterranei.
Ciao!
Ricordo un carnevale vestito da Arlecchino
Anche io mi sa che servo due padroni...e sono tutti e due me stesso
ciaooooooo
carissima... secondo me, tartaglia, non lo batte nessuno (hops!!) :-)
un abbraccio a voi tutti
Quando ero piccola io ricordo molti bambini vestiti da Arlecchino...ora mi sembra una maschera poco amata dai bambini di oggi!!
...bella ricerca la tua,interessante!!sta bene il piccolo?ciao Mauri
Ross, e invece io adoro Gianduja, il mio conterraneo, e da bambina, più volte ho vestito le gonnelle di Giacometta! :)
Baol, i due padroni sono l'economista e lo scrittore?? :)
Digito, ciao! bentornato :)
Suysan, domenica ho portato Ale ad una festa in maschera: ho contato 5 arlecchini e un'arlecchina graziosissima!
Muri, tuttobene, a parte i malanni di stagione! mi arrivano sempre le mail di inivito alle tue esposizioni, purtroppo sono lontana e con il bambino piccolo non riesco ad ornaizzarmi, ma complimenti, mi sembra che la tua attività vada a pieno ritmo e volevo farti i complimenti per l'idea di dipingere con i pigmenti del vino!
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