
Artemisia fu una donna che osò andare contro le convenzioni del suo tempo, che seppe crearsi una carriera, ottenne riconoscimenti in un ambiente prettamente maschile e maschilista.
Artemisia Gentileschi è una delle poche protagoniste femminili della Storia dell'arte europea. Ma è anche la protagonista di una torbida vicenda a tinte fosche o, per meglio dire, "caravaggesche", infarcita di elementi sentimentali, erotici, patetici e fantastici, in una brillante fusione romanzesca; insomma Artemisia è la protagonista ideale del romanzo ideale (e infatti svariati romanzi e film si sono ispirati alla sua vita). Certamente la carriera artistica (come qualsiasi altra carriera) era in quell'epoca pressoché impraticabile per le donne, costrette nei limiti che la società imponeva loro: limiti di natura culturale, ovvero assenza pressoché totale di una preparazione scolastica, e familiare. Artemisia Gentileschi, che ebbe modo di fare fruttare il suo talento, è stata una delle poche donne sfuggite tra le maglie di questo rigidissimo sistema sociale, tuttavia la sua sofferta vicenda privata si è spesso sovrapposta a quella di pittrice. Negli anni Settanta del secolo scorso, la sua popolarità ha raggiunto il vertice soprattutto per via della vicenda che la vide accusare il suo violentatore (al punto da sottoporsi allo schiacciamento dei pollici, la coseddetta sibilla, per confermare l'attendibilità delle sue accuse, cosa che per lei, pittrice, non dovette essere solo un dolore fisico). Artemisia è divenuta così il simbolo del femminismo e del desiderio di ribellarsi al potere maschile: tuttavia questo fatto le fece un grande torto: l'avere spostato l'attenzione sulla vicenda dello stupro, mettendo in ombra i suoi meriti professionali, ormai ampiamente riconosciuti dalla critica.
Vissuta durante la prima metà del XVII, riprese dal padre Orazio il limpido rigore disegnativo, innestandovi una forte accentuazione drammatica ripresa dalle opere del Caravaggio, caricata di effetti teatrali; stile che contribuì alla diffusione del caravaggismo a Napoli, città in cui si era trasferita dal 1630. Nata a Roma nel 1593, Artemisia mostrò ben presto un talento precoce, che venne nutrito dallo stimolante ambiente romano e dal fermento artistico che gravitava intorno alla sua




Nel XX secolo, negli anni del movimento femminista, la Gentileschi divenne un vero e proprio simbolo del femminismo internazionale: associazioni e cooperative le si intitolarono (a Berlino l'albergo "Artemisia" accoglieva esclusivamente la clientela femminile) riconoscendo in essa una figura culto, sia come rappresentante del diritto all'identificazione col proprio lavoro, sia come paradigma della sofferenza, dell'affermazione e dell'indipendenza della donna. Per la nota polemista e leader del movimento femminista internazionale Germaine Greer Artemisia Gentileschi fu la grande pittrice della guerra tra i sessi. Questa lettura a senso unico della pittrice ha creato giusti malumori tra gli storici dell'arte, poichè tale affermazione di fatto è estremamente riduttiva: un pittore con tanto talento come la Gentileschi non può limitarsi a un messaggio ideologico.
È qui la forza dei quadri della Gentileschi: nel capovolgimento brusco dei ruoli. Una nuova ideologia vi si sovrappone, che noi moderni leggiamo chiaramente: la rivendicazione femminile.
Roland Barthes (saggista e critico letterario di orientamento strutturalista)
3 commenti:
Wow che bel post!
Grazie, non conoscevo Artemisia e la sua storia.
Un abbraccio. :)
io invece la conoscevo e mi piace! brava per averla ripresentata da te!
hugs
E' sempre bello rileggerti
un abbraccio forte!
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